Quando la Commissione Europea pubblica i propri piani di lavoro, con la propria visione per il futuro c’è ormai da tremare. Almeno per chi ha imparato a decifrarne la neolingua e i sotto-significati che serpeggiano dietro l’ostentazione di buone intenzioni di cui abbondano i documenti partoriti a Bruxelles. La Commissione Europea ha appena pubblicato il proprio programma di lavoro per il 2023, articolato questa volta in quella che i vertici dell’Unione ora definiscono “ambizioni”, più una serie di sottocategorie ad esse collegate. 43 iniziative politiche, 116 proposte pendenti, otto iniziative di semplificazione legislativa, ecc. La prima ambizione individuata dalla Commissione riguarda il New Green Deal, che nel 2023 verterà su cibo, piante, animali, sul suolo e che comprenderà una riforma del mercato elettrico interno con l’ormai celebre disaccoppiamento del prezzo del Gas da quello dell’elettricità. Gli altri punti in cui è articolata questa ambizione è la creazione di una Banca Europea dell’idrogeno con 3 miliardi di euro di capitale. Poi la riduzione degli scarti di cibo e vestiario, una legislazione per le nuove tecniche genomiche applicata ai vegetali, la transizione green per il trasporto merci e passeggeri. Altro obiettivo di Ursula von der Leyen per il 2023 è la digitalizzazione dell’Unione: “La nostra iniziativa intende ampliare e migliorare ulteriormente l’uso di strumenti e processi digitali nel diritto societario”, recita il documento. E continua: “La Commissione proporrà inoltre uno spazio comune europeo dei dati sulla mobilità per promuovere la digitalizzazione del settore, mentre un quadro normativo dell’UE per la Hyperloop ci aiuterà a prepararci per le soluzioni di mobilità emergenti. Il documento passa poi a snocciolare le successive ambizioni dell’Ue per l’anno che verrà, tra cui un pacchetto di norme fiscali per le imprese europee e la definizione dei principi di un Euro digitale, prima della sua potenziale emissione da parte della Banca Centrale Europea. Si passa poi all’ambizione: un’Europa più forte nel mondo che comprenderà una strategia di sicurezza marittima dell’UE e l’aggiornamento del pacchetto di strumenti sanzionatori che includerà anche la corruzione, la promozione dello stile di vita europeo e un nuovo impulso per la democrazia europea sono le ultime due ambizioni elaborate dalla Commissione per il nuovo anno. Inutile sottolineare come l’iper-produzione di programmi e di norme in cui Bruxelles sia ormai specializzata stia ridisegnando i principi etici e politici delle società europee, senza che queste ultime siano mai state consultate sulla volontà di intraprendere la direzione impressa dai vertici dell’Unione. Il paradosso è che l’Ungheria, unico Stato dell’Unione che si sia preoccupato di sottoporre ai cittadini dei referendum sulle iniziative più importanti imposte dalla Commissione, da ultimo quello sulle sanzioni alla Russia, viene regolarmente tacciato di essere antidemocratico da parte dei vertici dell’Unione stessa.

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