Oramai da anni, l’Europa sta precipitando in un vortice autodistruttivo, che sta spazzando via la bella e sicura società civile, sostituendola ad un far-west multietnico che le istituzioni, in malafede, non vogliono riconoscere come tale, perché funzionale a interessi privati, che hanno oramai corrotto palesemente e irreversibilmente governi e classe politica.

Le rapine, le violenze sessuali e ogni genere di violenza privata sono salite oramai a livelli esponenziali. Se prima del 2000 una violenza sessuale era materia per uno speciale di due ore sulla Rai, oggi abbiamo diversi stupri al giorno e la quasi totalità degli stessi è attribuibile ad immigrati.

La gente ha paura e lo Stato è consapevolmente complice e strategicamente assente. Da quasi quattro anni un gruppo di marocchini, trafficanti di droga, ha preso possesso di una montagna, che difendono con le armi come fosse loro territorio conquistato e lì spacciano droga e commettono i delitti più efferati, oltre ad addestrarsi militarmente e a far brillare ordigni.

Per tali ragioni, in Austria, nella città di Linz, si sta tenendo il primo corso di autodifesa proprio in risposta a questa folle escalation di scenari di selvaggia violenza urbana, in cui vediamo africani e marocchini a malapena alfabetizzati, scorazzare con machete e pistole alla luce del giorno.

Il Presidente dell’Associazione che organizza tali seminari è Matei Florin, il cui curriculum ci fa comprendere lo spessore dell’iniziativa, allo stesso tempo scandendo una precisa fase di un momento storico, in cui il cittadino è chiamato a reagire e a difendersi per conto suo, oggi che è apertamente abbandonato dallo Stato e dalle Istituzioni, che hanno scelto altri “figli”, ovvero qualunque individuo appartenente ad una etnia non originaria dell’Italia. Lo stesso ovviamente avviene nel Regno Unito, in Francia, nella martoriata Svezia, in Danimarca, in Germania, nella stessa Austria, in Olanda e via dicendo..

Matei Florin ha 9 anni di esperienza nella polizia rumena e nelle forze speciali di polizia, è un pugile professionista registrato presso la GBO, Geman Boxing Organization, è specializzato in scontro ravvicinato, arresti e scontri ad alto rischio, controllo antisommossa e
protezione ravvicinata. Specialmente addestrato per intervenire in eventi ad alto rischio come sequestri e guerriglia urbana.

Matei Florin

Florin ha condotto missioni antipirateria e antiterrorismo in HRA (aree ad alto rischio), nonché ha guidato e gestito squadre di sicurezza armate dispiegate in operazioni marittime per entrambi navi commerciali e navi private nell’Oceano Indiano HRA (aree ad alto rischio),
Mar Arabico, Golfo di Aden e Canale del Mozambico.

MR: Buonasera a tutti. Siamo qui con Matei Florin, presidente del Tactical Combat System, un’organizzazione che fornisce addestramento in materia di addestramento tattici, ma anche per l’autodifesa, sia per i civili che per la polizia o per le forze speciali.
Tactical Combat System ha dato il via ad una nuova iniziativa che si chiamerà Tribe 13. Esiste già un canale YouTube, che è molto, molto tecnico, ricco di contenuti altamente fruibili e precisi.
In questa intervista vogliamo mostrare questo lavoro, perché penso che sia estremamente prezioso soprattutto in questo momento storico in cui ci sono molte persone interessate all’autodifesa, soprattutto a causa di ciò che accade in Europa mentre le istituzioni, volutamente, non sono più in grado di proteggere le persone, ma solo di tutelare interessi che non sono della cittadinanza.

Da oltre vent’anni stiamo subendo una migrazione selvaggia che era semplicemente impensabile fino a prima del 2000. Ma dopo essere entrati a far parte dell’Unione Europea, ora abbiamo una situazione in cui tutto sta andando a rotoli, senza apparente possibilità di rimedio, essendo la situazione perniciosamente alimentata dalla corruzione politica e istituzionale.

Quindi, Grazie Matei, per essere qui con noi. Puoi darci una spiegazione, in primo luogo, di cosa sia Tactical Combat System, per poi passare attraverso il progetto Tribe 13?


MF: Grazie mille a tutti per avermi invitato. Quindi, fondamentalmente, Tactical Combat System è un sistema di combattimento tattico, che è lo stesso utilizzato negli eserciti e nei corpi speciali, che io ho appreso, avendo lavorato più di dieci anni come operatore di polizia speciale e poi altri quattro anni in aree ad alto rischio, nella sicurezza marittima, e in missioni anti-pirateria.
In tutto questo periodo, ho logicamente avuto un contatto diretto con la violenza, ed è stato da allora che ho iniziato a concepire un progetto nella mia mente, che poi ha preso forma in Tactical Combat System, che ad oggi è un sistema che sto insegnando a civili e forze dell’ordine militari e personale di sicurezza, che include l’addestramento in diversi tipi di abilità, tra cui tattiche di combattimento, tattiche e addestramento con armi da fuoco, con lame, come gestire i traumi da combattimento e il primo soccorso medico.

Quindi non si tratta solo di attività di combattimento, ma anche di come salvare vite umane, tra cui la propria e quella dei nostri cari. Si tratta di come essere in grado di eseguire una medicina traumatica di base, quando qualcuno ha un’emorragia massiccia. Tra l’altro, quando qualcuno ha un incidente non sempre è a causa di uno scontro violento, ma possono anche essere incidenti quotidiani, che possono comportare traumi gravi, che per essere gestiti richiedono abilità di sopravvivenza piuttosto solide.

In Tactical Combat System, si impara anche come sopravvivere nella natura selvaggia, accendendo un fuoco, costruendo un riparo, preparandoti per i giorni difficili, magari in caso di black-out o rivolte, in cui possono avvenire saccheggi e ci si ritrova isolati da ogni aiuto.

Quindi fondamentalmente, il nostro sistema di combattimento tattico è un progetto aperto da un po’ anche ai civili per dar loro la giusta conoscenza in modo che possano sviluppare le capacità per proteggere le loro vite e per proteggere quelli che li circondano, le loro famiglie e le loro comunità.

Tactical Combat System – Seminario

MF: Negli ultimi sei anni ho insegnato il nostro sistema di combattimento tattico in giro per l’Europa, attraverso seminari e corsi. Così, in tutto questo tempo, ho sviluppato un buon metodo per rendere i civili che non sono abituati alla violenza, ad ottenere questo tipo di abilità.

Così ho sviluppato questo sistema chiedendomi come poter rendere queste persone addestrate in un tempo sufficientemente breve perché affinché fosse fruibile dal civili medio, il quale non ha molto tempo da dedicare quotidianamente a questo tipo di attività, avendo la routine già impegnata ogni giorno dal loro lavoro, dalla famiglia, e dagli altri interessi, che rendono difficile allenarsi ogni giorno 2 o 3 ore.

Per comprendere come si possa rendere fruibile tale sistema, devo chiarire che gli operatori delle forze speciali sono speciali particolarmente per la loro abilità nel padroneggiare le basi. Quindi non si parla di imparare, chissà quali cose complicate, ma sono eccellenti nell’eseguire l’insieme dei fondamentali. Quindi quello che insegno alle persone e agli altri istruttori – perché siamo un gruppo di esperti, non sono solo io – sono le basi in modo che l’individuo in breve tempo possa imparare a difendersi da solo e badare a sé stesso, sviluppando l’abilità di dare una risposta efficace in uno scontro violento, come ad essere in grado di fermare un’emorragia, o di sopravvivere nella natura selvaggia.

Quindi, fondamentalmente, per delineare il programma, utilizziamo dei moduli.

Immagina un breve bootcamp di quattro giorni, cinque giorni di allenamento intensivo e tutti sono organizzati per livelli progressivi. In questo tipo di formazione, possiamo portare qualcuno che non ha esperienza nel gestire la violenza ad acquisire le competenze di base per poterlo fare.

Per fare questo lavoriamo mettendo la persona in diversi tipi di scenario, caratterizzati da stress e fattori di pressione, perché una cosa è l’esperienza della violenza in palestra, magari in un contesto agonistico e ben altra cosa è la violenza che si trova nella strada, dove non c’è alcuna regola o limite a proteggerti.

Quindi la persona va messa sotto stress e pressione, combinata allo sforzo fisico, attraverso diversi tipi di schema che simulino ciò che accadrebbe in una situazione reale, in cui si verifica ovviamente anche un aumento dei battiti cardiaci, un incremento di volume della respirazione, l’adrenalina che scorre nel corpo, gestire la cosiddetta “visione a tunnel”, che potrebbe renderti vulnerabile e tutte queste cose che influenzano la tua risposta in un combattimento o in una fuga, portando al “congelamento”.

MR: Sì, è fondamentale che le persone capiscano quello che dici, perché è molto importante comprendere che l’autodifesa non è solo qualcosa di tecnico, perché ci sono anche atleti che hanno fatto, per esempio, Boxe anche per 2 o 3 anni e gareggiano attivamente, poi, quando si trovano a battersi per strada, alcuni di loro rischiano di bloccarsi e soccombono unicamente perché si bloccano, e questo succede perché quando si trovano di fronte alla violenza vera, contro persone che si arrabbiano veramente e non si pongono limiti nella violenza che vogliono fare, sentono che la cosa non è più gestibile sul piano cui sono abituati e può finire che non riescano ad affrontare quella situazione, anche se sulla carta sarebbero in grado.

Quindi è molto importante dare a chiunque gli strumenti per usare anche in situazioni estreme, quello che sa, perché anche se diversi atleti sono molto forti sul ring, se non hanno quel tipo di addestramento, non è detto che riescano ad esprimersi in combattimento quando una situazione si faccia realmente molto pericolosa, con persone che sono abituate ogni giorno a usare la violenza, al punto che è la cosa più naturale per loro.

Quindi stavi parlando di come è strutturato il corso, prego Matei.

MF: Dai tre moduli illustrati, si possono già comprendere le basi su cui si articola il programma di Tactical Combat System.

Naturalmente, per gli studenti avanzati con esperienza pluriennale, sono riservati moduli più avanzati che consentono di continuare l’addestramento e mantenere in esercizio quanto già appreso.

Abbiamo elaborato diversi approcci e sistemi di formazione, in cui forniamo il nostro feedback ai nostri studenti, al gruppo di persone che stiamo preparando. Quindi ogni volta il coordinamento con gli istruttori è sempre dinamico e pronto ad aggiornarsi.

Gli istruttori, sono grado di gestire, nella sua unicità, ogni persona che voglia, con sincera abnegazione, intraprendere il sentiero del guerriero – voglio specificare che non si tratta solo di addestramento fisico – stiamo facendo una combinazione di esercizi di respirazione volti a mantenere ed equilibrare le emozioni. Cosa che potrebbe essere presto indispensabile in questo quadro sociale e urbano che sembra sempre più, irrimediabilmente, alla deriva.

Esercizi di visualizzazione come la PNL (Programmazione Neurolinguistica) sono tra le cose che aiuteranno un civile, che fino a questo momento non ha avuto contatti con la violenza, a preparare la sua mente a ciò che può accadere.

MR: Ok. Questo è davvero molto, molto importante. Emerge molto spesso che in questo c’è anche un fattore filosofico e spirituale che può davvero aiutare a perfezionare sé stessi, perché questo è qualcosa che spinge alla trascendenza, dunque ad andare oltre i propri limiti..o almeno oltre quei limiti che abbiamo l’abilità di percepire come tali..

A tale proposito, mi piacerebbe che tu spiegassi quello che mi hai detto sulla tua visione da un punto di vista filosofico e ideologico, su questo progetto. Sai, perché ti chiedo questo? Perché penso che in questo momento attuale, ciò di cui la società ha bisogno è riscoprire le proprie origini, da un punto di vista antropologico e sociale, prima ancora che in altrecose.

Il cosiddetto “progresso”, che rende la vita, per certi aspetti, molto facile e comoda, ci chiede un enorme e sproporzionato prezzo da pagare, le cui conseguenze si riflettono ineluttabilmente sulla nostra salute e sulla qualità della nostra vita.

Questa società “inclusiva”, è una frode totale..chi è obeso e nell’insieme sedentario non sta bene e non sta esercitando alcuna libertà, se non quella di autodistruggersi..

Ma se guardiamo agli animali, come a un gatto, a un cane, etc….vediamo che gli animali, sin dal primo giorno di vita fino all’ultimo, corrono, saltano, convivono coi rischi ed hanno una vita molto eccitante ed è per questo che sono sani, fino all’ultimo giorno di vita. Almeno la maggior parte di loro è molto sana, specialmente i gatti, che vivono, sai, per strada e sono molto, molto sani.
Le persone oggi non sono così sane fisicamente e ancor meno psicologicamente, proprio a causa delle loro abitudini. Quindi divengono infelici e depressi perché non vivono una vita sana, sballano il quadro chimico del loro corpo, ingrassano e non si piacciono più.

In considerazione di ciò, perché non dobbiamo riscoprire il nostro potenziale? Perché possiamo difenderci da tutto questo, ma anche per essere in grado di difendere noi stessi e la nostra famiglia quando la situazione lo richiede, visto che è sempre più frequente l’irruzione in casa da parte di immigrati che vengono a rapinare le case, anche quelle della gente comune, perché sono quelle meno protette dai sistemi di sicurezza.

Quando si viene aggrediti nella propria abitazione e non si può chiamare nessuno, puoi solo pensare a cavartela da solo, e questo è un dato di fatto, non una semplice opinione, perché l’alternativa è affidarsi alla clemenza dell’aggressore.

Matei, puoi spiegare ai nostri lettori ed ascoltatori la tua visione attraverso un punto di vista filosofico in modo che le persone possano capire anche la tua prospettiva in questo senso?

MF: Certo, volentieri..fondamentalmente, Tribe 13, è questo progetto che si rifà, come dal nome, al concetto di tribù. Essenzialmente un punto di ritrovo per persone con la stessa visione, che vivono spinti dagli stessi valori.
Questo è molto importante perché ci porta fuori dall’individualismo di cui sono vittime le nuove generazioni e ci riporta al concetto di famiglia e di gruppo di appartenenza, secondo criteri ben chiari e definiti. Il singolo, anche se preparato, non sarà mai forte come un gruppo coeso, né potrà generare le stesse risorse. Quindi, quando hai una comunità o un gruppo che pensa allo stesso modo, ogni individuo ha le idee chiare su come impostarsi per prepararsi a fare la propria parte e poter così difendere la sua vita, la sua famiglia, la sua comunità, dunque a proteggere la sua tribù dalle persone contro cui sta combattendo .

Quindi se vuoi imparare a difenderti, non è solo fatto di imparare a battersi, ti faccio un esempio: diciamo che ora so come fermare un’emorragia massiccia perché ho un laccio emostatico ed ho un’arteria bronchiale lacerata e l’ambulanza tarda anche pochi minuti, la quantità di sangue persa se né io né nessuno dei presenti sa mettere quel laccio emostatico, morirò.
Per questi motivi la questione riguarda le persone non solo come individui, ma come la visione che le persone hanno insieme, in qualità di membri appartenenti ad un gruppo specifico, che condivide un insieme di conoscenze e valori.

Questo sentiero porta necessariamente alla condivisione di una prospettiva chiara e vivida, in cui un gruppo di persone che condividono le stesse convinzioni e le stesse opinioni riguardo a questa società, creano del valore da applicare nella quotidianità e da trasmettere alle generazioni più giovani, affinché crescano forti e non più indottrinati dai mass-media attraverso i loro tablet, o dipendenti dai loro telefoni perché tale tipo di generazione che non sarà in grado di essere forte, se non cambia rotta e soccomberà nel confronto con diverse etnoe che giungeranno qui col proposito di stabilirsi qui con la forza, fuori dalla legalità.

Quindi allenandoci, imparando e unendo le forze, anche moralmente, possiamo diffondere con successo questo tipo di visione alla generazione successiva, creando uomini più forti, per certi versi, molto simili ai monaci guerrieri, ai Cavalieri Templari e ad altri tipi di cavalieri, o samurai o ad altri tipi di guerrieri del passato, che non erano solo forti fisicamente, ma erano forti, in primo luogo, nel loro comportamento, nella loro mente, nel loro modo di controllare le proprie emozioni e di poter mantenere la parola davanti a qualcuno, e soprattutto, non abbassare la testa!

MR: Ed è questo che mi è subito piaciuto. Quando ti ho sentito esporre questa visione, perché attraverso Tribe 13, chiunque può sperimentare qualcosa che oggi è nel complesso raro, per il cittadino europeo medio. Come l’esperienza in una palestra di boxe, che è come essere in una famiglia, dove ci si aiutate a vicenda per migliorare e per partecipare ai tornei e allenarsi allo Sparring.

Credo che questo progetto sia estremamente valido, perché è articolato in modo da garantire un risultato a cascata su tutto il gruppo. Vedi che quello che stai facendo è prezioso, perché educa alle responsabilità…talvolta a responsabilità anche molto gravi, ma che sono quelle che ci rendono uomini, specie considerato che oggi le persone vengono premiate, spinte ed educate a evitare le responsabilità, piuttosto che farne un punto d’onore ed è proprio questo a educare alla vulnerabilità e all’immaturità. Non si può costruire niente senza condivisione e accettazione della responsabilità, nemmeno per te stesso, perché hai bisogno della responsabilità per diventare un uomo, per diventare qualcuno che qualcuno su cui si possa fare affidamento. Quindi, in questo senso, penso davvero che sia molto prezioso avere un progetto come questo in corso. E vorrei chiederti, in quali città in Europa, è già disponibile la possibilità di aderire a questo progetto e come possono contattarti e in quale sito web, e a quale indirizzo di posta elettronica, per entrare a far parte ora di questa iniziativa?

MF: Quindi sostanzialmente ci sono più varianti in cui stiamo fornendo il nostro corso, i nostri programmi.

Possono essere singoli o gruppi…se la richiesta viene da un gruppo, il seminario può essere fatto nella città dei richiedenti, ma anche se sono individui che desiderano corsi intensivi privati, individuali, possiamo fare la stessa cosa. Quindi questo è legato alla volontà della persona.

L’attività è di base in Austria, a Linz, quindi qui le persone che sono vicine o relativamente vicine, possono raggiungerci piuttosto agevolmente e assistere a corsi, impostati, il più possibile, in relazione ai loro limiti di tempo.

Consapevoli che le persone non hanno molto tempo per viaggiare e prenotare i voli, sia ci spostiamo noi, che effettuiamo un’intervista preventiva, per stabilire tutte le cose di quel particolare programma di formazione, per determinare il tipo di formazione di cui hanno bisogno.

MR: Quindi, alla fine del corso, si ottiene una qualifica, sia nella tua città o se ti organizzi per viaggiare, è possibile nella città di Linz , per fare il corso ovviamente e poi ottenere il rilascio della qualifica. È giusto come ho detto?

MF: Sì. La qualificazione. È una certificazione che forniamo con il seminario, ne abbiamo anche una speciale, per esempio, per il trauma, quando abbiamo parlato di medicina del trauma.

La qualifica è riconosciuta anche a livello internazionale. Quindi non è solo valida in un posto, perché sono un istruttore ed un ambasciatore di questa grande campagna, chiamata “Stop the Bleed”. Quindi il certificato che riceveranno, riguardante, ad esempio, la medicina del trauma, è un certificato ufficiale che ha un valore a livello internazionale, provvisto di registrazione e numero di serie.

Per quanto riguarda il combattimento e la lama, il certificato è dato dalla nostra azienda, Tactical Combat System, e non si tratta di una qualifica con cui poi cercare lavoro, ma una certificazione di quanto hanno appreso e in quale periodo.

MR: Dunque un attestato a scopo di mettere nero su bianco la consapevolezza di aver raggiunto un certo livello di preparazione.

MF: Certamente. Certo che sì. Abbiamo la certificazione con il livello 1, 2 e 3 per iniziare. Quindi è una cosa graduale, è una certificazione che dimostra il loro impegno, l’approvazione del loro processo di apprendimento e le loro capacità a quel livello, rilasciata dalla nostra azienda.

MR: Ok.Quali sono i siti Web che ora possiamo mostrare? perché sai che mostreremo questa intervista e quindi abbiamo bisogno di un sito Web per mostrare dove è possibile entrare in contatto con te.

MF: Ci sono due siti web. Uno è per il sistema di combattimento tattico, è w-w-w school, slide of slide Survival Point o Air Org. E l’altro è W-w-w Point Tribe 13 punti netti.

MR: Ok. Stiamo passando gli indirizzi in sovrimpressione..grazie mille Matei per essere stato con noi! Penso che tu già sappia quanta stima ho per te e per questo progetto. Spero di riaverti qui molto presto, così che potremo parlare di come si sta sviluppando Tribe 13!

MF: Grazie mille, Marco. Grazie!

Matei Florin

Links a Tactical Combat System ed a Tribe 13:

https://www.tribe13.net/

Tactical Combat System Official Website

https://www.youtube.com/@TRIBE-13/

Tribe 13 – Canale YouTube

https://www.facebook.com/Tribe13TCS

Tribe 13 – Gruppo Facebook

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