Non passa settimana senza che la diplomazia europea (sempre se diplomazia si può definire) segni un nuovo record negativo di cattivo gusto, servilismo atlantico e soprattutto di malafede opportunistica ai danni delle popolazioni europee, che adesso devono anche tollerare che personaggi come Sanna Marin o Kaja Kallas, abusando della propria carica istituzionale si esprimano in una dimensione politica tanto bieca ed infima, pretendendo di rappresentare la volontà della popolazione.

Come può un Primo Ministro di un paese europeo permettersi di incitare, nonché di invocare misure atte a discriminare la popolazione russa in territorio europeo? Come è possibile che lo stesso si permetta di parlare tra l’altro per tutta l’Europa su di un tema tanto grave? Difficile credere che entrambe non si rendano conto del grave abuso che ha comportato permettersi certe esternazioni dalla loro posizione; esternazioni che non fanno che aggravare la frattura con la Russia ed allontanare la risoluzione del conflitto. Passo falso così macroscopico da risultare difficilmente interpretabile come una gaffe, specie se ben due ministri, l’hanno fatto nell’arco di pochi giorni.

Molto più coerente appare il movente del volere alimentare i fuochi di guerra ulteriormente, per accontentare lo Zio Sam, compromettendo sempre più i paesi che sono in ostaggio di questi personaggi, la cui posizione ambigua nei confronti del Paese che dicono di servire, andrebbe indagata al più presto, apparendo palese come subiscano ingerenze straniere.

Kaja Kallas, Primo Ministro estone, ha di fatti anch’essa dichiarato, con un’arroganza ed una prepotenza pari solo alla sua omologa finlandese: “Venire in Europa non è un diritto umano ma un privilegio. Che si smetta di rilasciare visti, è ora di fermare il turismo russo in Europa”.

Mentre la Prima Ministra Finlandese dichiara: “Non è giusto che mentre la Russia sta portando avanti una guerra aggressiva e brutale in Europa, i russi possano condurre una vita normale, viaggiare in Europa, ed essere turisti”.

Parole quelle dei due ministri, che pare più consono qualificare come intellettualmente oscene, piuttosto che pesanti, senza tener conto dell’ignoranza politica nel definire Europa l’Ucraina, che non è ancora (se mai lo sarà) un paese europeo. Preoccupante è tra l’altro, la disinvoltura con cui queste politicanti si lasciano andare facendo certe affermazioni, da cui appare chiaro come il giudizio dell’opinione pubblica, specie di quella mediamente attenta alla politica, non appaia più prioritario, quanto quello di plasmare in maniera generalizzata una mentalità per l’opinione pubblica, a costo di esporsi a cadute di stile di questa portata.

Non può essere che siano entrambi talmente incompetenti e politicamente inette e se anche lo fossero, è lapalissiano come siano disgustosamente prone all’influenza atlantista, al punto da permettere, apparentemente senza neanche tanta resistenza, di impedir loro di fare l’interesse dei paesi che dovrebbero governare, al punto da metterne a repentaglio la sicurezza nazionale ed infangare con le loro miserevoli gesta, la reputazione internazionale e storica dei paesi che governano, oltre che per riflesso, tutti quelli dell’Unione.

Dmitrij Sergeevič Peskov, diplomatico russo, dal 2012 portavoce del presidente della Russia Vladimir Putin, fin troppo elegantemente così risponde alle provocazioni di Sanna Marin: “L’irrazionalità del suo pensiero in questo caso è palese, può essere letto solo in modo estremamente negativo, qualsiasi tentativo di isolare la Russia o i russi non ha prospettive, anche lo spirito di tali iniziative non è buono, per non dire altro”

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