A Roma migliaia di persone hanno sfilato in pacifico corteo, per affermare il proprio diritto ad essere ascoltati e su questa scia è stato indetto lo sciopero generale dei tassisti in tutta Italia per 48 ore. L’obbiettivo dello sciopero è il controverso Articolo 10 del Ddl Concorrenza, che sta causando problemi potenzialmente fatali alla categoria, la quale sta vedendo le proprie licenze – acquistate a carissimo prezzo o legittimamente ereditate – rischiare di divenire carta straccia, nel senso letterale del termine.
I tassisti lamentano tra l’altro, l’ingiustizia del vedere aprire la possibilità, grazie al Dddl in questione, a favore delle multinazionali, di acquisire liberamente il mercato con un semplice colpo di mano, scalzando l’attuale categoria con un semplice colpo di spugna, come se il patto sociale ed istituzionale a garantire le licenze, non avesse più alcun valore.
La categoria si sente profondamente ed inelegantemente tradita dalle istituzioni e le famiglie dei tassisti si sentono estremamente preoccupate ed incerte, vedendo che lo Stato sta aprendo alla possibilità di far cannibalizzare un mercato già regolamentato, stravolgendo la legislazione a favore delle grandi corporation.
Emblematico ed illuminante lo striscione che è stato portato alla testa del corteo romano con su scritto: “Draghi, non te lo chiede l’Europa, te lo chiede Uber”. Risultano prive di fondamento le giustificazioni del governo, che ha inserito nel Ddl Concorrenza Tpl (Trasporto pubblico locale non di linea), Taxi e Ncc, ovvero servizi pubblici non compresi nei processi di liberalizzazione previsti dalla Bolkestein, la direttiva dell’Unione Europea relativa ai servizi nel mercato europeo comune, spiegano coesi i sindacati.
Adesione pressoché totale della categoria a Firenze e a Napoli. Cortei a Perugia, a Torino in piazza Castello e a Venezia.