Sono 10 i minori sottratti dal 2015 al 2017 alle famiglie dal sistema di servizi sociali della Val d’Enza in provincia di Reggio Emilia, i quali avevano accusato i genitori di aver abusato sessualmente dei loro figli, quando in realtà gli abusi avvenivano proprio nelle strutture, nei quali il personale abusava dei minori, per poi tentare di scaricare la colpa sui genitori. Ripercorriamo le tappe della vicenda giudiziaria.

Dopo le iniziali accuse da parte degli istituti, nel 2018 si è aperta un’inchiesta che è giunta invece a conclusioni opposte: i bambini venivano pretestuosamente allontanati dalle famiglie di origine per collocarli in affido retribuito ad amici e conoscenti di persone legate alla rete dei servizi sociali.

Furono sedici le persone raggiunte in un primo tempo da misure di custodia cautelare: politici, medici, assistenti sociali, liberi professionisti, psicologi e psicoterapeuti.

Il quadro che emerse dalle carte raccontò un vero e proprio orrore. I bimbi sarebbero stati sottoposti a ore e ore di intensi “lavaggi del cervello” durante le sedute di psicoterapia, e suggestionati anche con l’uso di impulsi elettrici. Un sistema spacciato ai piccoli come “macchinetta dei ricordi”, che in realtà avrebbe “alterato lo stato della memoria in prossimità dei colloqui giudiziari”.

L’inchiesta fu ribattezzata “Angeli e Demoni” e mise alla sbarra 24 imputati, un risultato di ben 55.000 pagine di atti giudiziari d’indagine, racchiusi in 17 faldoni.

Nel frattempo tutti quei bambini sono tornati a casa dalle loro famiglie.

Oggi è stata emessa la sentenza per due degli imputati chiave del processo.

Lo psicoterapeuta Claudio Foti, Direttore Scientifico del centro studi piemontese ‘Hansel&Gretel’ e Beatrice Benati, assistente sociale dell’Unione Val d’Enza.

Foti doveva rispondere delle accuse di abuso d’ufficio, frode processuale e lesioni gravissime, ipotesi di reato formulata per la presunta alterazione psichica di una paziente.

Il procuratore di Reggio Emilia, Valentina Salvi, al termine di sette ore di requisitoria, ne aveva chiesto la condanna a sei anni. Per la Benati, invece, la PM aveva chiesto un anno e sei mesi reclusione, con le accuse di violenza privata e tentata violenza privata.

Entrambi avevano optato per il processo con rito abbreviato. La sentenza emessa oggi dal GUP Dario De Luca conferma il quadro accusatorio fatto dalla procura e alleggerisce a 4 anni di carcere le richieste del pubblico ministero per la posizione di Foti e manda assolta la Benati.

Oggi si decideva anche per il rinvio a giudizio del sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, richiesta parzialmente accolta per il reato di abuso d’ufficio. Il processo, in pratica, dovrà accertare se sia stata commessa qualche illegittimità amministrativa nell’affidamento del servizio terapeutico di cura dei minori da parte dell’Unione dei Comuni della Val d’Enza.

Al di là della verità giuridica, rimangono le ferite per una vicenda incredibile che ha senza dubbio segnato la vita di molti bambini e delle loro famiglie.

L’approfondimento sulla vicenda, in questo Podcast di Carlotta Toschi, che potete vedere qui sotto l’articolo.

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