Sembra non arrestarsi, l’ondata di ingiustizia ed ignoranza diplomatica nei paesi UE. Dopo le infelici e ingenerose dichiarazioni di Sanna Marin e Kaja Kallas, rispettivamente primi ministri finlandese ed estone, che proponevano di impedire ai cittadini russi di viaggiare in Europa, adesso è la Lettonia a decidere arbitrariamente di colpire i cittadini russi, e lo fa con un colpo basso, ovvero complicando i criteri di rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno.
Il Primo Ministro lettone, Krišjānis Kariņš, ha annunciato che la Lettonia introdurrà nuove restrizioni al rinnovo dei permessi di soggiorno per i cittadini della Federazione russa. Il Primo Ministro ha specificato che tali permessi di soggiorno non saranno più rinnovati automaticamente, ma diverranno oggetto di un attento vaglio. I rinnovi, ha chiosato, saranno “solo rare eccezioni”.
A fare da eco al Primo Ministro, si è espresso anche il Ministero degli Esteri lettone:
“Il rinnovo di questi permessi di soggiorno dovrebbe essere valutato molto attentamente. Possono essere concessi solo dopo un’attenta analisi caso per caso” – Zanda Kalmina – Sottosegretario al Ministero degli Esteri della Lettonia
il Parlamento Lettone, il Saeima, ha adottato una dichiarazione in cui ha riconosciuto le azioni militari della Russia in Ucraina come terrorismo e che sostiene la Russia sia un paese che sponsorizza il terrorismo. In seguito a tali dichiarazioni, le autorità di Riga hanno deliberato che verrà demolito un monumento dell’epoca sovietica, che commemora la vittoria dell’armata rossa contro la germania nazista, nonostante le forti e persistenti proteste della cittadinanza.
Tutto questo in una città dove la popolazione russa è del 38%. Alla faccia della democrazia e della moderna società civile.
Il Sindaco di Riga, Mārtiņš Staķis, ha dichiarato: “La demolizione del monumento non è solo una questione locale, ma nazionale. Questo monumento andrà demolito anche nei cuori”
Con questi gravissime ed infauste scelte, la Lettonia si fa portavoce dell’ignoranza politica e diplomatica dell’Unione Europea, da considerarsi però non come una grossolana e genuina lacuna di competenze o capacità, ma bensì come la calcolata e lucida volontà di compiacere l’interesse atlantista a discapito della popolazione, che vede la spaccatura nei confronti di un altro popolo amico, allargarsi anziché richiudersi, nonostante le popolazioni europee non vogliano certo questo, ma la pace e il ritorno ad una libera frequentazione ed amicizia con il popolo russo.